
Un'avventura indimenticabile attraverso le terre indo-tibetane, incastonate nella propaggine occidentale dell'Himalaya indiano. Partendo da Shimla, la capitale dell'Himachal Pradesh, e terminando a Lamayuru, in Ladakh, esploreremo aree incontaminate nel cuore dell'Himalaya. Lungo il percorso, saremo circondati da suggestivi paesaggi selvaggi, valli lunari, laghi e deserti di alta quota. Incontreremo pastori nomadi sugli alti pascoli e comunità tibetane all'ombra dei monasteri aggrappati alle montagne. Seguendo la storica Hindustan-Tibet Highway, attraverseremo le profonde valli del Kinnaur, con i suoi templi e le sue case preziose, e la regione dello Spiti, quasi come il Tibet stes ...
Partenza dall'Italia con volo di linea per Francoforte o Monaco. Proseguimento con il volo per Delhi, dove l’arrivo è previsto in tarda serata. Trasferimento e sistemazione in hotel.
Al mattino presto raggiungiamo la stazione ferroviaria e partiamo con il treno per Chandigarh. Giunti a destinazione proseguiamo su strada fino a Shimla, la capitale dello stato dell’Himachal Pradesh, percorrendo la Himalayan Expressway. Situata a 2.280 metri di altezza, circondata da dense foreste di pini, alberi di rododendro e maestosi cedri deodara tipici del versante occidentale della catena himalayana, Shimla fu la capitale estiva dell’amministrazione inglese dal 1864 al 1939. All’epoca, ogni anno, per sfuggire al caldo soffocante delle pianure indiane, la macchina burocratica, con
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In questa regione le antiche rotte commerciali hanno svolto un ruolo fondamentale. L'antica Hindustan-Tibet Highway corre in direzione nord-est tra villaggi di montagna e grandi panorami: proprio percorrendo questa strada di alta montagna entriamo nel Kinnaur attraverso la valle di Sangla (anche denominata Baspa Valley) e lungo il corso del fiume Baspa, una delle zone meno conosciute dell'Himalaya. Questa è anche una delle valli più belle dell'Himachal Pradesh, caratterizzata da paesaggi scenografici e dalla cornice rurale dei suoi villaggi tradizionali che conservano abitazioni in legno e l
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Una ventina di chilometri (45 minuti circa) lungo una panoramica strada di montagna ci portano a Chitkul (3505 metri), ultimo villaggio indiano prima del confine tibetano. Man mano che si procede, la pineta scompare e si raggiungono le alte praterie, la valle si apre ed ecco che ci troviamo di fronte alle nevi perenni della Great Himalaya Range, o “Grande Himalaya”, oltre la quale si trova il Tibet; qui oggi si interrompe la strada. Su un fianco della valle, proprio sotto una delle vette, è adagiato il pittoresco villaggio di Chitkul. Da qui, con una facile camminata di circa 3 chilometri
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Dopo la prima colazione visitiamo il magnifico forte di Kamru (a poco più di 2 chilometri, 15 minuti a piedi), la più antica fortezza del Kinnaur, maestosamente arroccato in cima ad una collina sulla quale si abbarbica un pugno di case. Tutto costruito in legno e pietra nel XV secolo, offre un formidabile colpo d’occhio e stupisce per la complessità e l’eleganza della carpenteria lignea. Lasciamo quindi Sangla per raggiungere Kalpa, spettacolarmente situata a 2960 metri di altezza ai piedi del Kinner Kailash. Lungo il percorso effettuiamo una sosta nella località di Rekong Peo e visitiamo il Mahabodhi Gompa, monastero che si staglia sul maestoso sfondo della montagna.
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Nelle mattinate terse la giornata inizia con lo spettacolo del sorgere del sole sulla maestosa catena dell’Himalaya. Dopo la prima colazione partiamo per Nako, tra paesaggi mozzafiato; lasciamo le foreste di deodara ed entriamo in un paesaggio completamente diverso: terre ocra, in ogni sfumatura, e possenti ghiacciai all’orizzonte. Cambia tutto, villaggi case volti della gente, siamo nel Tibet occidentale. Durante il percorso facciamo sosta nei villaggi di Ribba e Rispa (i cui vigneti forniscono una rinomata bevanda alcolica), poi in quello di Pooh, circondato da floridi frutteti. Nako (36
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Lasciamo il distretto di Kinnaur e, mentre dietro di noi si allontanano i ghiacciai del Reo Purgyl, ci inoltriamo nella valle dello Spiti, altro angolo di Tibet in territorio indiano. Il paesaggio cambia e da qui sino al Ladakh ci attendono i tersi deserti d’alta quota dove l’asprezza delle montagne contrasta talvolta con le rare oasi di verde e i campi di orzo. In tibetano Spiti significa “Terra di Mezzo”: incuneata infatti fra due catene di montagne, il Pir Panjal e l’Himalaya occidentale, storicamente è stata il corridoio attraverso il quale il buddhismo è penetrato fino al Tibet.
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Al mattino presto ci dirigiamo verso ovest. La prima tappa è la cittadella di Dhankar (3894 metri), scenograficamente appollaiata su di uno sperone di roccia che scende a strapiombo nella valle. Dhankar aveva la funzione strategica di vigilare sui transiti commerciali nella valle dello Spiti e inoltre garantiva un’efficiente difesa in caso di attacchi nemici; oggi il forte è in rovina, ma è comunque un luogo degno di visita e da quello che rimane dei suoi bastioni lo sguardo può spaziare sull’intera vallata. Più tardi visitiamo il monastero di Lha-O-Pa, fondato tra il VII e il IX secolo nel luogo dove sorgeva l'antica capitale del regno di Guge.
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Di prima mattina partiamo alla volta di Jispa percorrendo la valle dello Spiti fino alle sue sorgenti (sosta di mezz’ora al posto di controllo nell'ultimo villaggio prima di salire al colle); uno dei tratti più spettacolari dell’itinerario è costituito dal passaggio del valico di Kunzum La (4590 metri), che segna lo spartiacque tra le desolate distese dello Spiti e la fertile valle di Lahaul. Una quarantina di chilometri prima della nostra meta odierna facciamo una sosta per visitare il gompa del villaggio di Khardang, il più importante nella valle di Lahaul, in passato capitale di questa regione.
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Trascorriamo l’intera giornata in viaggio, tra magnifici paesaggi che vanno dal verde lussureggiante dei fondovalle agli scenari pressoché lunari tipici del Ladakh. La strada di montagna si inerpica fino al colle di Baralacha (4850 m), che si apre su spettacolari vedute. Dopo una sosta al posto di controllo di Sarchu, che segna l’ingresso in Ladakh, percorsi ancora un centinaio di chilometri incontriamo la località di Tsokar, situata a 4529 metri di altitudine. Sistemazione in campo tendato, sulle sponde dello Tso Kar, un lago salato conosciuto per le sue dimensioni e la profondità, ubicato nell’altopiano di Rupshu, la parte più meridionale del Ladakh.
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Partiamo alla volta della magnifica distesa di acque turchesi dello Tso Moriri, incorniciato da montagne e nevai che nelle belle giornate si specchiano nella superficie del lago. Lo specchio d’acqua, lungo 23 chilometri e largo mediamente tra i 3 e i 5, è uno dei più elevati al mondo: il suo bacino è infatti situato a 4522 metri di altitudine. Alimentato da alcuni torrenti e dallo scioglimento delle nevi, non ha però un emissario. Arrivo e sistemazione in campo. Ci troviamo nel cuore degli altopiani che costituiscono il margine orientale del Chang Thang tibetano, una terra di grande bell
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n mattinata partiamo alla volta di Leh, città situata tra le montagne a 3500 metri di altitudine, capitale dello Stato federato di Jammu e Kashmir, oltre che capoluogo del Ladakh. Lungo il tragitto attraverseremo diversi ameni villaggi nella valle del Changthang, vedremo cicogne nidificare, asini selvatici, volpi e oche selvatiche; passeremo nelle vicinanze di campi nomadi e faremo una breve sosta presso le sorgenti termali solforose di Chumathang. Situata nell'alta valle dell'Indo, Leh è stata per secoli un antico crocevia di carovane, centro di scambio di oro, argento, sete, pietre preziose frequentato dai mercanti provenienti dal Tibet, dall'India, dalla Cina e dal Turkmenistan.
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Giornata dedicata all’escursione ad alcuni monasteri della valle di Leh. Di prima mattina partiamo per il monastero di Thiksey per assistere alla preghiera. Il gompa (monastero) di Thiksey, uno dei più affascinanti del Paese, aggrappato alla roccia come una miniatura del Potala, è uno dei più grandi del Ladakh ed è composto da diversi templi decorati in modo ammirevole. Aderente alla scuola dei Berretti Gialli, il monastero sorge a nord dell'Indo, a circa 3600 metri di altitudine. Nel XV secolo Tsong Khapa, celebre maestro tibetano, mandò sei suoi discepoli attraverso il Tibet per diffo
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Partenza per Basgo, il cui gompa, fondato nel XVII secolo, fu sede del potere di un ramo della famiglia Namgyal quando era capitale del Ladakh non ancora unificato. È qui che, nel 1680, gli invasori mongoli e le armate tibetane si tennero in scacco per 3 anni. Il monastero è decorato con affreschi originali del XVII secolo. Proseguiamo per Likir, il cui gompa, situato su una cima ventosa, sovrasta il villaggio omonimo. Il nome Likir deriva da “lukill” che significa “il luogo del serpente che dorme”. Fondato nell’XI secolo, si presenta oggi con il rifacimento del XVII secolo realizzato in seguito ad un incendio che rase al suolo il precedente gompa.
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La prima tappa della giornata è Lamayuru: la strada scorre in uno scenario d’alta quota tra montagne rocciose, oasi e villaggi, fiumi che scendono dalle valli laterali, ponti di corda sull’Indo, campi di colza e gole profonde nelle quali il fiume si insinua impetuoso. A Khalsi, si abbandona la valle dell’Indo per salire lungo una strada tra pareti di roccia a strapiombo verso il Fatu La (4147 metri), la porta di ingresso nel Kashmir. Quindici chilometri prima del passo, su una rocca, si staglia il monastero di Lamayuru, situato in posizione strategica in una cornice di montagne color ocra a 3950 metri di altezza.
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Dopo la colazione, trasferimento all’aeroporto in tempo utile per l’imbarco sul volo per Delhi. Arrivo in tarda mattinata, trasferimento e sistemazione in hotel. Nel pomeriggio visita della città: Old Delhi con una passeggiata in risciò nel bazar dell’argento di Chandini Chowk, la moschea Jama Masjid o moschea del Venerdì, che domina con i suoi alti minareti la folla brulicante nel labirinto dei vicoli; New Delhi con il più grande tempio sikh, il Gurudwara Bangla Sahib, costruito alla fine del XVIII secolo, dove ci verranno illustrati i precetti fondamentali della religione sikh. Dop
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Arrivo in Italia.
I voli interni a tariffa speciale riconfermabile solo all’atto della prenotazione/emissione dei biglietti, 15 kg di franchigia bagaglio • Tutti i trasferimenti con veicoli con aria condizionata adeguati al numero di partecipanti a Delhi, in Toyota Innova 4 x 4 per tutto il tour in Ladakh, senza aria condizionata • Sistemazione negli hotel/lodge indicati in apertura al tour • I pasti dettagliati nel programma • Visite ed escursioni come da programma • Permessi di ingresso in Ladakh e Spiti • Ingressi durante le visite guidate • Tasse locali • Assistenza di personale locale qualificato e di guide locali specializzate parlanti inglese • Assistenza di guide locali parlanti inglese e accompagnatore dall'Italia a partire da 10 partecipanti • Assicurazione Spese Mediche, Covid-19, Assistenza in Viaggio, Bagagli