
Cile - Bolivia TOCCANDO IL CIELO
"Toccando il cielo" è un viaggio emozionante dedicato agli amanti dei deserti che cercano nuove meraviglie in luoghi che risalgono alle origini del mondo, lungo percorsi che abbracciano il sud della Bolivia e il grande nord del Cile. Qui si possono ammirare la costa del Pacifico, la Cordigliera Occidentale e i deserti di alta montagna dell'altopiano andino.
Il terreno di queste terre, formato dalle eruzioni vulcaniche, risplende di colori intensi e metallici dei minerali che lo compongono. Quando si fondono con le acque delle lagune, regalano una varietà di tonalità incredibili: dal rosso granata del ferro, al verde dei
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Partenza da Milano o Roma per Santiago del Cile con scalo intermedio. Pasti e pernottamento a bordo. Per partenze da altri aeroporti italiani, vi preghiamo di indicare la vostra preferenza al nostro Ufficio Booking al momento della richiesta di prenotazione per verificarne l’effettiva fattibilità.
Arrivo a Santiago, incontro con la guida locale e trasferimento in hotel per la registrazione e lasciare i bagagli. Possibilità di rinfrescarsi prima di andare alla scoperta della capitale cilena. Pranzo libero (consigliamo uno dei numerosi ristoranti del vivace Mercado Central, dove l’accompagnatore saprà consigliarvi al meglio). Nel pomeriggio visitiamo i punti d’interesse principali della città (visita panoramica): la Piazza d’Armi con la Cattedrale neoclassica dall’interno barocco, il Palazzo Presidenziale della Moneda con il monumento in memoria di Salvador Allende e la chiesa coloniale di San Francisco che è l’edificio più antico della città.
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Trasferimento all’aeroporto di Santiago e partenza con volo di linea per Calama (solitamente si utilizza il primo volo della mattina, gli orari potrebbero subire variazioni e sono soggetti a riconferma), una cittadina al centro di un’area mineraria, da dove iniziamo il trasferimento in bus di un centinaio di chilometri fino a San Pedro de Atacama. La strada sale progressivamente per un centinaio di chilometri finché all’orizzonte appare l’oasi di San Pedro de Atacama a 2440 metri di altitudine, in uno dei deserti più aridi della terra ai piedi del Volcán Licáncabur. La cittadina di
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Oggi ci attende una delle escursioni più spettacolari che si possono fare da San Pedro di Atacama ai geyser del Tatio. Partenza il mattino presto (intorno alle 5.00) perché l’attività geotermica più intensa è alle prime ore dell’alba. Raggiungiamo con un percorso di circa due ore l’altopiano del Tatio che si estende a 4320 metri di altitudine ed è sovrastato da vulcani superiori ai 6000 metri, la cui attività è all’origine di getti di vapore, fumarole e pozze termali. Ci muoviamo fra cortine di vapore in questo paesaggio infernale, attenti a dove mettiamo i piedi perché ovunque è un ribollire di pozze e spruzzi d’acqua calda a 85°.
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La mattina presto lasciamo San Pedro in direzione sud per visitare il Salar de Atacama all’interno della Reserva Nacional de los Flamencos. Prima colazione al sacco. La prima tappa sarà la Laguna Chaxa, luogo di nidificazione di fenicotteri. Continuazione verso una zona di petroglifi e un breve trekking nella pittoresca valle dell’Arcoiris. Ultima fermata sarà Toconao, altro piccolo villaggio con la sua tipica piazza, la chiesetta con il bel campanile e le botteghe di artigiani. Rientro nel pomeriggio a San Pedro. Cena libera, pernottamento in hotel.
Prima colazione. Partenza verso la frontiera con la Bolivia di Hito Cajon (45 km) a 4480 metri, con il perfetto cono del Volcán Licáncabur (5916 mt) che fa da sentinella. Disbrigo delle pratiche doganali cilene, cambiamo il mezzo di trasporto e saliamo sui fuoristrada che ci accompagneranno per il percorso boliviano. Ai piedi del vulcano appare la Laguna Verde, piccola, solo una quindicina di chilometri quadrati, famosa per le sue metamorfosi di colore dal turchese al verde (dipende dal sole, dal vento e dalla temperatura, ma con un po’ di fortuna, potremo vedere uno spettacolo straordinario).
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Riprendiamo la pista verso nord fino a San Pedro de Quemez. Attraversiamo un canyon punteggiato da enormi e verdissime piante di llareta dove è frequente incontrare le curiose vizcacce che saltellano fra le rocce. Giungiamo alle lagune Honda, Chiarkhota, Hedionda e Cañapa, dove possiamo fotografare ancora una volta fenicotteri, branchi di eleganti vigogne e, con un po’ di fortuna, uno zorro, la piccola volpe andina. Proseguiamo fra ampie vallate fino alle strane rocce erose dal vento della Valle de las Rocas, con sosta pranzo fra i faraglioni di roccia di Tinquiri. Prima di raggiungere San
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Riprendiamo la pista verso nord: all’orizzonte appare la magica distesa lunare del Salar de Uyuni, o meglio del Salar de Tunupa, dal nome del vulcano e dell’antica divinità aymará. Prima sosta per una visita alle piccole, ma particolarissime formazioni delle grotte Galaxias, recentemente scoperte e gestite dalla comunità locale, con anche un museo e un antico luogo di sepoltura. Poi finalmente iniziamo l’attraversata del salar sui nostri fuoristrada che corrono veloci sulla superficie liscia di 12.000 kmq. In lontananza appaiono i profili del Vulcano Tunupa e delle isole che punteggiano la superficie bianchissima del salar, anch’esse le cime di antichi vulcani.
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Puntiamo con le jeep verso la Pucarà de Chillipa, e in circa 30 minuti di salita raggiungiamo l’antica fortezza abbandonata, con una splendida vista del salar e del vulcano. Ripresi i nostri fuoristrada proseguiamo verso il villaggio di Coquesa e risaliamo le pendici del Vulcano Tunupa per raggiungere con un breve percorso a piedi una chullpa, dove sono conservate alcune antiche mummie. Proseguimento per Tahua, dove pernotteremo. Pensione completa. NOTA: per tutte le notti in Bolivia non è mai garantito il letto matrimoniale in camera doppia.
Dopo colazione partenza per il confine cileno ancora attraverso il Salar de Tunupa e quindi costeggiando il Salar de Coipasa. A Pisiga disbrigo delle formalità doganali entro le ore 13 e attraversamento della frontiera, con cambio mezzi, incontro con la nostra guida e l’autista cileno per raggiungere nel pomeriggio il remoto villaggio di Cariquima. Qui ci attende la sistemazione in una struttura molto semplice, un hostal dotato di camere con servizi privati, ma privo di riscaldamento. Colazione e Cena. Pranzo libero
Proseguimento in direzione nord lungo un suggestivo itinerario che ci porterà attraverso i diversi parchi della puna cilena, il deserto d'alta quota. Visita del villaggio rituale di Isluga (3900 mt), con una bella chiesetta, posto ai piedi del vulcano omonimo (5530 mt). E’ abitato solo occasionalmente durante le festività, mentre il resto del tempo le famiglie vivono nella cittá di Iquique, capoluogo della Regione di Tarapacá. Qualche pastore resta ancora qui accudendo alle mandrie di alpaca e lama. Si prosegue per Enquelga, abitato da comunità aymará, dove ha sede l’amministrazione del Parque Nacional Volcán Isluga.
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Dopo colazione visitiamo il Parque Nacional Lauca, dichiarato dall’Unesco Riserva Mondiale della Biosfera, il più spettacolare e ricco di fauna tra i parchi andini cileni, anche grazie ai diversi livelli altitudinali, dai 3200 ai 6342 metri delle cime. A est il panorama è chiuso da una splendida cornice di vulcani che segnano il confine con la Bolivia, tra cui i Pacyachatas, due vulcani gemelli chiamati Parinacota e Pomerape, alle cui spalle si trova il Sajama (6520 mt), la cima più alta della Bolivia, mentre più a sud vi è il cono fumante del Volcán Guallatiri che pure supera i 6000 metri.
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Trasferimento in aeroporto e volo per Santiago del Cile (solitamente si utilizza il primo volo della mattina, gli orari potrebbero subire variazioni e sono soggetti a riconferma). Accoglienza da parte dell’organizzazione locale e partenza verso la costa per raggiungere la graziosa cittadina di Valparaiso attraverso la Valle Curacavi, famosa per la produzione di formaggi e della “chicha”, il succo d’uva fermentato. Arrivo in città e visita dei suoi quartieri più caratteristici. Valparaiso, fondata nel XVI secolo e dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2003, si svil
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Prima colazione e trasferimento in aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro in Italia con scalo. Pernottamento a bordo.
Arrivo nello scalo previsto e proseguimento con il volo di rientro in Italia.
Colpisce il 30% delle persone a 3.500 metri e il 50% a 4.500 metri, ma una quota di fortunati (25% della popolazione) definibili come ‘rapidi acclimatatori’ ne è indenne. In generale si tratta di un problema da non enfatizzare, in quanto di norma caratterizzato da sintomi lievi e passeggeri, ma da non sottovalutare, perché comunque richiede un intervento tempestivo.
Sintomi
Cefalea intensa soprattutto frontale; nausea e vomito; spossatezza e senso di mancamento; difficoltà di respiro (migliora seduti); in qualche caso tachicardia. Questi sintomi insorgono dopo circa 7-12 ore dall’arrivo in quota e durano un paio di giorni, ma possono insorgere anche in modo imprevisto a distanza di giorni. In particolare la cefalea e la nausea debbono costituire un campanello d’allarme, perché in quota quasi sempre indicativi. A tal proposito alcuni “viaggiatori” tardano a denunciare il proprio malessere per orgoglio, attribuendolo alle più disparate quanto improbabili cause, mettendo a serio rischio la propria salute.
Prevenzione
In primo luogo occorre garantire un congruo acclimatamento, prediligendo itinerari che salgano gradatamente. Importante un’alimentazione energetica, ma facilmente digeribile, con una buona quantità di liquidi; senz’altro da bandire alcolici e sigarette. Alcuni ricorrono anche a scopo preventivo a un blando diuretico come l’acetazolamide (Diamox), che con la sua azione acidificante contrasta l’alcalosi metabolica (1/2 cps 2 volte al giorno per 5-6 giorni oltre i 4000 metri); tale soluzione non è tuttavia da tutti condivisa e soprattutto deve essere adottata solo dietro prescrizione medica per le possibili controindicazioni (soggetti ipotesi e con instabilità pressoria, allergie ai sulfamidici, gravi insufficienze epatiche e renali).
Terapia
Riposo per 1-2 giorni; liquidi zuccherati per assicurare una buona diuresi; 2-3 tazze di mate de coca zuccherato (oltre che analgesico ed euforizzante, è altamente indicato per la capacità di ridurre proprio la frequenza respiratoria e cardiaca). Anche a questo scopo i locali usano masticare foglie di coca. Controindicati invece i cardiotonici e gli spray nasali antistaminici per la loro azione tachicardizzante ed ipertensiva, nonché i sonniferi, analgesici e psicofarmaci.
In caso di sintomi più severi praticare l’ossigenoterapia e, dove possibile, scendere di quota, giacché spesso anche la perdita di soli 500 metri può rivelarsi risolutiva.
Complicanze
In qualche raro caso si arriva all’edema polmonare. In presenza di tali sintomi contattare subito un medico.
Itinerario inedito e fuori dalle rotte più battute che attraversa l'altopiano cileno e boliviano
In Bolivia utilizziamo veicoli 4x4 con tre partecipanti al massimo (posto finestrino garantito)
Hotel buoni a Santiago e a San Pedro de Atacama; più semplici sull'altopiano della Bolivia
Se i voli sono programmati con Iberia, sottolineiamo che questi potrebbero essere in andata da MILANO MALPENSA, mentre il ritorno su MILANO LINATE in quanto la compagnia con questa soluzione offre la connessione migliore.
? Ovunque abbiamo selezionato hotel confortevoli. Nell’altopiano boliviano, dove esistono pochissime infrastrutture, gli hotel sono semplici ma forniscono i servizi essenziali. Le sistemazioni quindi in questi luoghi sono spartane ma comunque sono le migliori disponibili. Non in tutti gli hotel che utilizziamo sono presenti camere doppie, in tal caso saranno camere a due letti, in particolar modo sull’altopiano boliviano.
? I trasferimenti, su strade e piste, non vanno intesi come inevitabile fatica per passare da un luogo a un altro, ma come parte fondamentale del viaggio stesso e occasione e opportunità per avvicinarsi all’ambiente e alla realtà che ci circonda.
? In questo viaggio usufruiamo di guide locali parlanti italiano a Santiago e a San Pedro, di una guida-autista parlante spagnolo/inglese sull’altopiano boliviano.
? Sull’altopiano boliviano usufruiamo di mezzi 4x4 dove trovano posto 3 passeggeri oltre all’autista (l’accompagnatore Kel 12 potrebbe occupare il 4° posto). Le auto sono provviste di una riserva di ossigeno. Nella porzione di viaggio in Cile invece, si utilizza un minivan 19 posti totali su cui vengono sistemati anche i bagagli.
E’ NECESSARIO QUINDI LIMITARE IL BAGAGLIO E PREVEDERE SACCHE MORBIDE AL POSTO DELLE VALIGIE RIGIDE.
? Prevedere circa 100 in Euro di mance per autisti, guide e personale di servizio, da dare all’accompagnatore a inizio viaggio (l’importo delle mance è indicativo e può variare in base al numero complessivo dei partecipanti al viaggio e in base alla loro soddisfazione per il servizio).
PROBLEMI DI ALTA QUOTA (mal di montagna o soroche)
Mal di Montagna Acuto
Colpisce il 30% delle persone a 3.500 metri e il 50% a 4.500 metri, ma una quota di fortunati (25% della popolazione) definibili come ‘rapidi acclimatatori’ ne è indenne. In generale si tratta di un problema da non enfatizzare, in quanto di norma caratterizzato da sintomi lievi e passeggeri, ma da non sottovalutare, perché comunque richiede un intervento tempestivo.
Sintomi
Cefalea intensa soprattutto frontale; nausea e vomito; spossatezza e senso di mancamento; difficoltà di respiro (migliora seduti); in qualche caso tachicardia. Questi sintomi insorgono dopo circa 7-12 ore dall’arrivo in quota e durano un paio di giorni, ma possono insorgere anche in modo imprevisto a distanza di giorni. In particolare la cefalea e la nausea debbono costituire un campanello d’allarme, perché in quota quasi sempre indicativi. A tal proposito alcuni “viaggiatori” tardano a denunciare il proprio malessere per orgoglio, attribuendolo alle più disparate quanto improbabili cause, mettendo a serio rischio la propria salute.
Prevenzione
In primo luogo occorre garantire un congruo acclimatamento, prediligendo itinerari che salgano gradatamente. Importante un’alimentazione energetica, ma facilmente digeribile, con una buona quantità di liquidi; senz’altro da bandire alcolici e sigarette. Alcuni ricorrono anche a scopo preventivo a un blando diuretico come l’acetazolamide (Diamox), che con la sua azione acidificante contrasta l’alcalosi metabolica (1/2 cps 2 volte al giorno per 5-6 giorni oltre i 4000 metri); tale soluzione non è tuttavia da tutti condivisa e soprattutto deve essere adottata solo dietro prescrizione medica per le possibili controindicazioni (soggetti ipotesi e con instabilità pressoria, allergie ai sulfamidici, gravi insufficienze epatiche e renali).
Terapia
Riposo per 1-2 giorni; liquidi zuccherati per assicurare una buona diuresi; 2-3 tazze di mate de coca zuccherato (oltre che analgesico ed euforizzante, è altamente indicato per la capacità di ridurre proprio la frequenza respiratoria e cardiaca). Anche a questo scopo i locali usano masticare foglie di coca. Controindicati invece i cardiotonici e gli spray nasali antistaminici per la loro azione tachicardizzante ed ipertensiva, nonché i sonniferi, analgesici e psicofarmaci.
In caso di sintomi più severi praticare l’ossigenoterapia e, dove possibile, scendere di quota, giacché spesso anche la perdita di soli 500 metri può rivelarsi risolutiva.
Complicanze
In qualche raro caso si arriva all’edema polmonare. In presenza di tali sintomi contattare subito un medico.
ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA:
(ATTENZIONE DA SAN PEDRO A PUTRE DURANTE LA NOTTE FA MOLTO FREDDO E NON SEMPRE LE STRUTTURE/RIFUGIO DISPONGONO DI UN RISCALDAMENTO ADEGUATO QUINDI PREVEDERE UN EQUIPAGGIAMENTO ADEGUATO COME PIGIAMA FELPATO, BOULE PER L’ACQUA CALDA)
Da non dimenticare di mettere in valigia:
una felpa pesante
un pile
guanti di lana
calzettoni di lana
calzamaglia da indossare sia di giorno ma soprattutto di notte
una giacca a vento
cappello di lana e copricapo che protegga dal sole
occhiali d’alta montagna (consigliati quelli con protezione laterale) con filtro UV
scarpe robuste e confortevoli (tipo scarponcini leggeri da montagna)
burro cacao e creme solari a protezione totale
antistaminico (per chi è allergico alla polvere perché i percorsi sono prettamente su piste – ricordiamo che attraversiamo un grande deserto di alta quota)